QUANDO LA RICERCA DELLA FELICITà RENDE TRISTI
Scritto da edoardo savoldi psicologo piacenza
Ho letto un libro bellissimo “La legge del Contrario” di Oliver Burkeman. In questo libro c’è il sunto esatto di tutto quello che è il mio pensiero, frutto di anni di esperienza nella ricerca di aiutare le persone a essere più serene e stare meglio con sè stesse. E’ stata una sorpresa trovarmi lì, tutto d’un colpo, tutti gli autori che preferisco in un solo libro ed è stata anche una illuminazione in quanto “Allora non sono il solo, allora c’è una coerenza interna in quello che penso, allora è vero che se prendi un filone di pensiero anche se sei lontano migliaia di km approdi alle stesse “verità”, una su tutte: se cerchi di essere felice assiduamente è probabile che otterrai esattamente il contrario.
Siccome penso che con quest’ultima frase lo stomaco di molti si sarà già attorcigliato preferisco darne spiegazione completa di modo da chetare gli animi e rendermi più simpatico: non sono un guasta feste, non mi piace “gufare”… Il concetto sta tutto nel fatto che se mi creo un mito (che già è una idealizzazzione e in quanto tale poco realizzabile) della felicità e continuo a fare raffronti fra la mia vita e il mito della felicità, è molto probabile che ne esca perdente, che troppi aspetti della mia vita non siano soddisfacenti e sopprattutto che io NON SIA FELICE COME DOVREI. Il problema però non sta nella mia teorica bassa quota di felicità ma sta nel fatto che l’idealizzazione della stessa rovina gli aspetti soddisfacentie della mia vita. Il segreto di una vita degna di essere vissuta NON CONSTA nell’ESSERE COSTANTEMENTE FELICI (e chi dice di essere felice non ti dirà mai che è felice per la maggior parte del tempo…) ma è SAPER VIVERE SERENAMENTE I PROBLEMI dal quale la nostra vita NON PUO’ PRESCINDERE.
Quindi rende molto più sereni e nel caso felici:
– accettare che nella vita ci siano sempre e comunque dei problemi
– quindi viverli serenamente
Questo spiegherebbe come mai:
– ci sono persone apparentemente senza problemi ma che stanno malissimo e magari si ammazzano
– e spiega che ci sono persone che nonostante tutti i problemi apparenti vivono serenamente
Insomma buttate via il bilancio dei:
– ma quanto sono sfigato/a capitano tutte a me
– se non avessi problemi ecco che sarei finalmente felice
e cercate di acquisire un atteggiamento del tipo:
– E’ nonostante questi problemi che dovrei riuscire a raggiungere la serenità
– non certo la serenità beota di chi non ha casini nella vita perchè non esistono e dovrei smetterla di inquinarmi la testa con pensieri come “cavolo se fossi come lui che vive tranquillo e beato senza problemi…”
Questo libro passa in rassegna il mio amato Albert Ellis, lo stoicismo (Epitteto su tutti con la sua mitica frase “Noi non soffriamo per le cose del mondo, ma per le nostre credenze sulle cose del mondo.”) e alcuni riferimenti al Buddhismo. Inoltre demolisce tutti quei corsi motivazionali del think positive che tanto illudono le persone di poter essere felici semplicemente ripetendosi che:
– non esiste la parola fallimento
– non esiste la frase “non ce la faccio”
– guardate me che sono ricco e pieno di successo
Anzi attribuisce alla non riuscita, alla perdita (eventi normalissimi nella vita di chiunque) una importanza fondamentale; esorta alla capacità di trasformare gli eventi indesiderati come occasioni di apprendimento, come potrebbe dirlo Recalcati “Un elogio del fallimento”.
Buona lettura e fatemi sapere con i vsotri commenti cosa ne pensate
P.s.: ovviamente pareri personali
Scritto a Piacenza
Mi permetto di aggiungere una riflessione, apparentemente scontata, ma non sempre così ovvia.
Impariamo, o perlomeno proviamoci, a vedere, nella nostra quotidianità, i limiti, troppo spesso imposti dagli affanni di cui siamo preda, come opportunità.
Diventerà un piacere allora scoprire il valore dell’essenzialità della nostra vita e di tutto ciò che ad essa è collegato.
Grazie. Non è facile trovare persone disposte a condividere riflessioni di questo tipo. Io ci sono.